StraVOLTI
Una sequenza di inquietanti fotografie di Alex d’Emilia rappresenta – o piuttosto interpreta – la potente installazione etnografica di Vincenzo Padiglione nelle ‘cantine’ del castello.
Le proponiamo senza commenti, ma con il testo che lo stesso Vincenzo Padiglione ha preparato come introduzione breve alla sua installazione.
StraVOLTI
MASCHERE ABITATE e ALTRI ECCESSI SOCIALI
Installazione etnografica
Vincenzo Padiglione (Sapienza Università di Roma)
con la collaborazione di Carmela Spiteri
Ridotta a oggetto bello e misterioso, separata dai luoghi vitali che la vedono protagonista, lontana dalle danze, dai costumi, da cerimonie e visioni del mondo a cui era organica, quale nuova collocazione e quale altro senso ci invita ad immaginare oggi essay-writing la maschera rituale? Non solo il dovuto riconoscimento verso i gruppi culturali che con le loro arti visionarie hanno creato questi oggetti provocanti e meravigliosi.
L’idea che pervade la mostra StraVOLTI è che le maschere hanno diritto a una nuova narrazione visiva, a una rappresentazione che non sia soltanto nostalgia dell’antico e fascino dell’esotico. Da dispositivo rituale le maschere orientano, celebrano, rendono pensabili le transizioni più difficili della vita. Oggi ci aiutano a navigare la complessità, a immaginarci diversi? A me etnografo hanno fornito le parole visive per indicare mondi sospesi, deviazioni incarnate, rivolte annunciate, scarti possibili dal principio di realtà. Una galleria popolata di esseri stravolti e pur contemporanei, di inattese parentele tra umani e animali, tra cose ed esseri viventi. Presenze chimeriche, bizzarre creature ibride richiamano il pubblico e lo invitano ad attraversare la mostra non senza turbamento e ironia.
Vincenzo Padiglione
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